Il dolore degli altri

Abide with me

Abide with me

Il dolore degli altri è anche il nostro. La sofferenza per gli atti brutali di cui siamo testimoni ogni giorno è diffusa, indipendentemente dall’emisfero nel quale viviamo. E’ difficile essere felici di questi tempi. La pena è ben sparpagliata e non risparmia nessuno. Dai neri ammazzati dalla polizia in America agli adolescenti uccisi da un coetaneo a Monaco, dalle vittime dell’integralismo a Kabul (o a Istanbul o a Bruxelles o a Dacca o a Nizza o a Orlando o a San Bernardino o in Africa!) agli innocenti morti in incidenti aerei premeditati. Può interessare il movente che porta a tutto questo? No. Può interessare forse al politologo o al giornalista, al falso profeta che pensa di sistemare tutto con il mitra in mano. Noi comuni mortali siamo dall’altra parte del sipario e assistiamo senza difese, inondati di immagini che non cancelleremo più dalla nostra memoria.

Sono questi i momenti nei quali dobbiamo cercare il filo d’erba in mezzo al fango. Non possiamo arrestare il corso della storia ma dobbiamo vedere nelle cose che ancora abbiamo il filo che ci lega alla vita. Siamo noi a dover dare un esempio di amore anche con piccoli gesti quotidiani, ognuno a modo proprio, appropriandoci di nuovo di cose che abbiamo dato per scontate. Niente è scontato e tutto è precario, adesso. Anche prendersi del tempo per rivedere una vecchia amica, aiutare qualcuno, leggere un libro o guardare un tramonto può bilanciare il dolore che proviamo per chi soffre in un luogo poi non così lontano.