Lavorare stanca, leggere no

Una volta proposi a un’amica di leggere un articolo su una rivista letteraria perché l’avrebbe aiutata a comprendere meglio un problema che in quel momento la infastidiva. Mi rispose che non leggeva riviste specializzate perché erano troppo astratte e autoreferenziali.

Invece io ho sempre pensato che la letteratura in particolare sia così immediatamente disponibile a qualsiasi essere umano in grado di leggere che sarebbe un’occasione perduta non approfittarne. Una rivista letteraria può essere uno strumento di informazione non solo sul mondo strettamente letterario, passato e contemporaneo, ma può essere una finestra sull’attività umana perché la letteratura rappresenta il cammino dell’uomo mentre avviene. La scrittura, nelle sue varie forme, parla di ciò che egli fa, di chi è, delle sue paure e dei suoi miti. Guardare in quel mondo può fornire spunti, idee e ispirazione, supporto, e talvolta anche riparo.

Il primo maggio è uscito il nuovo numero di Fuori Asse, che sarebbe riduttivo chiamare solo rivista. Lo mettono insieme, non senza sacrificio, tanti professionisti che viaggiano nelle varie dimensioni creative della cultura: dalla poesia al fumetto, dalla critica al cinema, dalla narrativa alla fotografia.

Caterina Arcangelo, direttore editoriale, ci introduce al tema di questa edizione, il lavoro, nell’editoriale che aggancia i successivi contributi, in un tutto che rispecchia il momento attuale, aggravato dalla pandemia che ha scosso anche le economie più solide. Cosa significa vivere la nostra vita con la tecnologia (Avvolti dal cloud di Luca Saltini), e cos’era il lavoro di scrittore per un grande come Giuseppe Pontiggia (Lavorate, lavorate, l’ispirazione arriverà) o per Alberto Arbasino (Nell’officina di uno scrittore di Guido Conti)? Leggiamo del lavoro come sacrificio che salva la dignità (L’estrema tensione morale di Pietro Gobetti, Caterina Arcangelo) ma anche dell’interessante e insolita vita degli asparagi dalla tavola di Giulio Cesare alle tele seicentesche (Dalla natura all’arte, Silvia Tomasi), del fumetto d’autore (a cura di Mario Greco), del cinema incompreso (La morte al lavoro di Gianni Amelio, Luigi Cabras). L’indice è denso di articoli interessanti. Anche se a breve saremo liberi di tornare a girare come delle trottole, una buon lettura rimane pur sempre una buona lettura.

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